Coloro che hanno avuto la fortuna di conoscere e frequentare i propri nonni sanno quanto essi siano importanti nella vita di un bambino prima e di un uomo poi.
Il loro ricordo non sbiadisce col passare degli anni, anzi!
Infatti è proprio dell'età adulta rivisitare il passato per rivivere momenti piacevoli, episodi buffi, ricordare favole e proverbi, passeggiate in cui i nonni erano presenti, spesso compagni, talvolta complici.
Nell'antichità gli anziani godevano di così grande considerazione da affidare loro l'educazione dei giovani perché la loro pacata saggezza forniva più facilmente modelli adulti positivi con cui i giovani potessero confrontarsi e costruire la propria identità. Tra nonni e nipotini spesso si stabilisce un magico legame e per rendersene conto è sufficiente osservarli ai giardini pubblici o all'uscita delle scuole: i nonni pazienti e sorridenti, non più soggiacenti dall'orario dell'ufficio o della fabbrica, ascoltano, chiedono, vigilano, amano.
Eppure, per molti nonni e nipoti, quest'enorme patrimonio di affetto, di esperienze condivise, di reciproca protezione all'atto della separazione coniugale viene cancellato: è come se non esistesse. Come se non fosse mai esistito.
E non importa se un altro pilastro del mondo affettivo relazionale del bambino crolla, se le ansie del piccolo vengono amplificate. Non sta a loro valutare il supremo interesse del minore.
E poiché, statistiche alla mano, i bambini in Italia vengono quasi sempre affidati ad un solo genitore (nella stragrande maggioranza dei casi la madre, perché alle valutazioni di merito e ai riscontri oggettivi si preferisce la comoda favoletta delle mamme tutte buone e tutte belle, anche se le cronache spesso ci mostrano realtà diverse...) accade che…i nonni (genitori del genitore non affidatario, quindi perlopiù paterni) sono i più penalizzati fino ad essere spesso cancellati dal mondo del bambino.
Senza una legge che ne imponga o consenta la frequentazione, senza niente che si frapponga tra l'arbitrio assoluto ed il buon senso.
Così, se ai padri, per decisione unilaterale di molte madri onnipotenti, spesso viene impedita la frequentazione dei propri figli, come possono i nonni sperare di farsi conoscere ed amare dai loro nipotini?
Come possono pensare di trasmettere le loro conoscenze, i valori della tradizione, la disponibilità e la curiosità verso il mondo, se l'unica preoccupazione di certe madri affidatarie, per niente ostacolate dalla legge e dal sistema, pare esser quella di cancellare dalla vita del bambino il padre, la di lui famiglia e limitare la cooperazione educativa all'incasso di tanti assegni?
Poveri nonni che hanno gioito per la nascita dei loro nipotini! Dopo le separazioni dei figli si accorgono di non valere niente, di essere genitori di un genitore di serie B, che non son degni nemmeno delle tre righe del provvedimento di un giudice.
E spesso si ritrovano con gli occhi pieni di lacrime a rimpiangere quelle tenere presenze di bimbo e a temere da lontano per il loro futuro adulto.
Si ritrovano a soffrire due volte: come genitori per i propri figli e come nonni per i propri nipoti!